Al centro della penisola anatolica, crocevia di culture diverse tra l’Asia e l’Europa, tra il Mediterraneo e il Mar Nero, la Cappadocia si estende con i suoi altipiani circondati da vulcani imponenti.
Antiche eruzioni vulcaniche hanno ricoperto questa regione di cenere spessa, che si è solidificata in morbida roccia di tufo, di decine di metri di spessore. Il vento e l'acqua sono andati a lavorare su questo altopiano, lasciandone emergere solo le parti più dure per formare un paesaggio fiabesco di coni, pinnacoli e camini, che si estendono fino a 40 metri nel cielo.
Anche detto Valle di Göreme, questo territorio era abitato già in epoca ittita, circa dal 1800 al 1200 a.C. e più tardi fu il confine tra imperi rivali; prima i greci e i persiani e poi i greci bizantini, che con innumerevoli insediamenti eremitici e monastici, chiese e santuari formeranno una delle più importanti comunità cristiane del primo millennio. Questa precaria posizione politica ha fatto sì che i popoli insediati avessero bisogno di nascondigli che ricavarono scavando appunto tunnel e cunicoli nel tufo.
Già migliaia di anni fa i primi insediamenti si ispirarono a Madre Natura iniziando a scavare un incredibile complesso di camere e tunnel nella roccia. Oggi il “Paese delle Meraviglie”, patrimonio UNESCO dell’umanità, si configura come uno straordinario paesaggio di pinnacoli rocciosi con una rete di grotte create dall'uomo; alloggi, luoghi di culto, stalle e magazzini sono stati tutti scavati nella morbida pietra. Questo fitto complesso di tunnel formava intere città che potevano arrivare fino a otto piani diversi nascosti nel sottosuolo.
La Cappadocia è oggi famosa per la possibilità di sorvolarla dall’alto di una mongolfiera, da cui si possono ammirare quelli che sono stati definiti i “camini delle fate”. Questo scenario incantevole ha ispirato anche importanti esperienze del cinema internazionale: dall’indimenticabile Medea di Pier Paolo Pasolini, alla commedia storica Bertoldo Bertoldino e Cacasenno di Mario Monicelli, fino al più recente Kis Uykusu - Il Regno d’inverno, del regista turco Nuri Bilge Ceylan, Palma d’oro al Festival de Cannes 2014.
Proprio la Cappadocia, è stata di recente protagonista della trentunesima edizione del prestigioso Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, presieduto dal Comitato Scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche. Il Comitato ha deciso di assegnare il Premio ad un luogo che emerge dalla lunga vicenda storica e geografica della Cappadocia: due valli contigue scavate nella roccia vulcanica, la Valle delle Rose e la Valle Rossa, in lingua turca Güllüdere e Kizilçukur.
La motivazione per l’assegnazione del Premio da parte del Comitato Scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche è: “Le due valli emergono da questo contesto, e ci mostrano la misura e il valore profondo di un paesaggio nel quale le forme dell’insediamento umano e la dirompente natura geologica del suolo conservano le tracce di un’antica cultura dell’abitare prevalentemente rupestre, in condizioni di equilibrio tra le diverse manifestazioni della natura e delle culture che l’attraversano nel susseguirsi dei secoli”.
In particolare il Premio ha valorizzato la presenza di un gruppo di lavoro italiano che opera soprattutto nella direzione del recupero dei preziosi cicli pittorici celati nelle chiese rupestri, affidando il “sigillo” disegnato da Carlo Scarpa, simbolo della trentunesima edizione del Premio, alla storica dell’arte Maria Andaloro, ideatrice e coordinatrice della missione di ricerca che fa capo all’Università della Tuscia, e che dal 2006, a cavallo tra l’Italia e la Cappadocia, sviluppa un lavoro capace di coniugare lo sviluppo e la trasmissione costante di attenzioni e saperi con la crescita di uno sguardo sul paesaggio in chiave di appartenenza e di responsabilità.
Un premio, quello della fondazione trevigiana, di grande prestigio, che attesta ulteriormente l’indiscusso valore culturale e naturalistico di questa terra incantevole.
La Capadocia, sarà una delle proposte Dimensione Turismo per Pasqua 2021 nel pacchetto “Magica Turchia”, con i suggestivi “cave hotels” o con i più tradizionali “boutique hotels” della zona, per assicurare un soggiorno realmente suggestivo, fatto di relax in natura e coccole di benessere.